Neutralità al servizio della sicurezza
La concezione svizzera della neutralità si basa su due pilastri: la legge e la politica di neutralità. La legge sulla neutralità stabilisce che la Svizzera non partecipi alle guerre, deve proteggere il suo territorio e trattare equamente le parti in conflitto. L'attuazione di questi obblighi, ossia la politica di neutralità, lascia maggiore spazio all'interpretazione: ad esempio, garantire l'inviolabilità del territorio nazionale è possibile anche attraverso un sistema di alleanze - senza l'obbligo di fornire assistenza. Pertanto, dobbiamo utilizzare il margine di manovra disponibile per poter agire nel contesto dell’alleanza tra Paesi democratici. Questo, attraverso un’interpretazione flessibile e moderna della neutralità, il cui nucleo giuridico, tuttavia, conserva la propria essenza.
Politica di sanzioni basata sulla solidarietà
In caso di palesi violazioni del diritto internazionale, della sovranità e dell'integrità territoriale di un Paese, la Svizzera deve assumere una posizione chiara. Deve sostenere le sanzioni dell’ONU, dell’OSCE, così come quelle dei suoi partner commerciali più importanti in modo solidale e quindi affrontare con determinazione chi viola la legge.
La costruzione della pace come punto di forza della Svizzera
La Svizzera ha una grande esperienza e credibilità nella mediazione, nei buoni uffici e nella costruzione della pace in generale. È importante poter disporre di queste carte vincenti. La Ginevra internazionale svolge un ruolo centrale in questo senso. L’impegno in questo campo deve quindi essere mantenuto e rafforzato. La Svizzera deve anche promuovere attivamente i nostri valori e un ordine internazionale basato sulle regole negli organismi multilaterali come l'OSCE, l'ONU e il Consiglio d'Europa. Inoltre, nel suo ruolo di Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, la Svizzera riveste un ruolo speciale da svolgere nell’ambito della protezione del diritto internazionale umanitario.
Sviluppare la promozione militare della pace
La sicurezza internazionale non può sempre essere raggiunta soltanto con strumenti civili. È necessaria anche una promozione della pace attraverso l’impiego dell‘esercito. Le capacità qualitative e quantitative del «peacebuilding» militare vanno sviluppate in modo mirato. Questo approccio serve gli interessi della politica estera e di sicurezza della Svizzera, promuove l'interoperabilità delle forze armate e aumenta la prontezza operativa dell‘esercito.