Il PLR ha sempre difeso la via bilaterale e approva dunque che il Consiglio federale abbia deciso oggi di riaffermarla e di svilupparla. Non esiste infatti nessuna alternativa equivalente. La ripresa dei negoziati attraverso un nuovo pacchetto, come proposto dal presidente del PLR Thierry Burkart, è quindi molto positiva. L’approccio attraverso un’applicazione settoriale sembra essere la più promettente nelle attuali circostanze. Si tratta ora di esaminare, nel contesto dei negoziati, come una ripresa dinamica e settoriale del diritto possa essere compatibile per la Svizzera. Questo a condizione che gli interessi primari della Svizzera siano protetti. Per quanto concerne il seguito della procedura, tutti gli attori coinvolti sono chiamati ad impegnarsi affinché l’evoluzione delle relazioni con l’UE sia in grado di raccogliere una maggioranza sia sul piano della politica interna, sia di quella esterna. Il PLR si impegnerà in modo costruttivo in questo processo.
Non mettiamo in pericolo gli accordi bilaterali
La decisione odierna del Consiglio federale rappresenta un successo per gli attori principali coinvolti nel processo, in particolare il Presidente della Confederazione Ignazio Cassis e la Consigliera federale Karin Keller-Sutter, che hanno permesso di sbloccare con successo il dossier. Questa notizia positiva è tuttavia già oscurata dall’atteggiamento della sinistra, che mette a dura prova le nostre relazioni con l’UE a corto termine con il voto sul referendum sul programma Frontex. Un voto che potrebbe provocare l’annullamento degli accordi di Schengen-Dublino e metterebbe in pericolo gli accordi bilaterali nel loro insieme. È proprio nei periodi di crisi che la cooperazione introdotta dagli accordi di Schengen diventa fondamentale, perché mette in sicurezza le nostre frontiere, contribuisce in modo importante alla lotta contro la criminalità transfrontaliera e, di conseguenza, rappresenta un aspetto centrale per la sicurezza interna della Svizzera.
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