Indicare chiaramente i rischi della politica di sicurezza

L'aggiornamento del Rapporto sulla politica di sicurezza della Svizzera 2021 deve indicare chiaramente quali sono i rischi, per l'ordine internazionale e per i nostri valori, generati da regimi autoritari come la Russia e la Cina. La politica di aggressione della Russia minaccia l'Europa e le fondamenta stesse dei nostri valori democratici, dello Stato di diritto e del diritto internazionale. I possibili scenari strategici - compresa la variante più pericolosa - devono essere chiaramente identificati. Andrebbero anche evidenziate le conseguenze concrete per la NATO e per la Svizzera di un'eventuale escalation del conflitto tra Russia e Ucraina.

Migliore preparazione attraverso l’analisi degli scenari

Va reintrodotta l’analisi strategica con l’obiettivo di anticipare i possibili scenari, soprattutto per quanto riguarda le varianti più pericolose. Tutti gli strumenti della politica di sicurezza federale devono tenerne conto nella loro pianificazione, nell'esercizio e nell'esecuzione delle loro funzioni.

Allarme preventivo più efficace

è necessaria una valutazione delle prestazioni delle nostre capacità di intelligence. Informazioni di intelligence tempestive sono essenziali per valutare correttamente l’evolvere di situazioni dinamiche. La rete diplomatica dovrebbe inoltre essere incaricata di essere più proattiva nel valutare direttamente le minacce.

Ottimizzazione del team di gestione delle crisi 

La gestione strategica delle crisi deve essere ottimizzata. Il Consiglio federale deve poter disporre di un team di gestione delle crisi funzionante, come succede nei Cantoni. Inoltre, è importante poter disporre di una visione coerente e consolidata della situazione. È altresì urgente dotarsi di un concetto di comunicazione di crisi, che deve costruito da un gremio e disporre dei mezzi tecnici necessari.

Evidenziare le lacune nelle capacità 

Il periodo di progressiva riduzione delle risorse finanziarie per le forze armate non ha portato solo a notevoli lacune in termini di capacità e di equipaggiamento, ma ha anche avuto un impatto negativo sulla formazione dell’opinione pubblica: visto che le forze armate dispongono di capacità limitate, anche le analisi delle minacce e la dottrina militare sono state adattate al ribasso. Per una migliore visione d'insieme, è necessario redigere un rapporto che, attraverso un'adeguata analisi delle minacce e della dottrina militare, faccia luce sulle lacune di capacità nelle varie categorie di truppe.

Aumentare le risorse

Il budget dell'esercito deve essere aumentato a 7 miliardi di franchi svizzeri e il numero di soldati disponibili per le forze armate va portato a 120.000 unità. Il rapporto richiesto deve anche consentire di identificare più rapidamente le lacune di capacità. A tal fine, i progetti pronti ad essere avviati, vanno anticipati, il disimpegno per ragioni puramente finanziarie va rivalutato, gli ordini dei sistemi operativi già acquistati devono essere completati e vanno acquistati nuovi sistemi.

Una politica dell'esercito orientata al futuro

In futuro, l'esercito svizzero dovrà essere in grado di combattere la battaglia delle armi interconnesse e di difendersi da un attacco convenzionale in modo autonomo o in modo interconnesso. A tal fine, dovrà aumentare le proprie capacità e collaborare nell'ambito dei doveri e dei diritti previsti dalla legge sulla neutralità.

Concentrarsi sulla missione principale delle forze armate 

Oggi le forze armate sono orientate a gestire i cosiddetti casi "probabili". Alla luce degli sviluppi geopolitici, è necessario concentrarsi sulla missione principale della difesa, mantenendo al contempo l'orientamento delle capacità per affrontare forme di minaccia ibride o poco chiare.

Espandere la cooperazione militare 

La «tattica del riccio», secondo cui la Svizzera può proteggersi autonomamente, è superata e non rispecchia più la realtà. La Svizzera deve collaborare più strettamente con la NATO (attraverso il programma Partnership Interoperability Initiative (PII) così come - in un secondo momento - con Enhanced Opportunities Partner (EOP)). A tal fine, la Svizzera deve stilare un catalogo chiaramente definito delle capacità, delle competenze e dell'area geografica della NATO, che possono essere coinvolte in questa cooperazione.

Rivedere la pianificazione 

A causa dell'accentuarsi delle minacce in Europa, è urgente una revisione dei documenti di pianificazione pertinenti (ad esempio, "Modernizzazione delle forze di terra") destinati all'attenzione del Parlamento e dell’opinione pubblica. Chiediamo prospettive chiare sui pacchetti di investimenti necessari per poter raggiungere gli obiettivi della politica di sicurezza svizzera a livello strategico, operativo e tattico. È essenziale che la pianificazione delle forze armate agisca su scala globale. La rete di intelligence deve essere collegata ad un sistema informativo di comando funzionale ad ampio raggio d’azione.

Garantire la capacità operativa 

La capacità operativa, soprattutto nel combattimento con armi interconnesse, deve essere assicurata attraverso esercitazioni regolari delle forze armate nel loro insieme, esercitazioni congiunte civili-militari a tutti i livelli del federalismo e in collaborazione con la NATO.

Ridefinire la struttura dell'esercito, i modelli di servizio e la ripartizione del personale

I modelli di servizio di milizia vanno ulteriormente sviluppati in linea con la suddivisione dei compiti. Il rigido contingente massimo di 100.000 unità delle forze armate dovrebbe essere abolito e adattato alla nuova situazione di minaccia.

Perseguire una politica di armamento orientata al futuro

Per poter garantire la difesa nel contesto dell’alleanza tra paesi democratici, la Svizzera deve garantire l'interoperabilità con la NATO. Tutti i nuovi accordi sulle armi devono essere esaminati per verificarne la compatibilità con i sistemi utilizzati da parte della NATO.

Seguire lo sviluppo di PESCO 

Il progetto di cooperazione europea «Permanent Structured Cooperation» (PESCO) offre interessanti opportunità di partecipazione per la Svizzera, anche negli ambiti della ricerca e nell'industria della difesa. Sarà importante osservare come si svilupperà questo progetto nel contesto delle nuove esigenze.

Difesa dello spazio aereo

Il nuovo jet da combattimento F-35, sostenuto dalla popolazione, e il sistema di difesa contraerea a lunga gittata (BodLuv) devono essere acquistati immediatamente, in modo da poter garantire rapidamente la difesa del nostro spazio aereo.

Droni e armamento 

Sarà necessario aumentare il numero di droni e armarli adeguatamente secondo i risultati del rapporto richiesto.

Rimanere all'avanguardia della tecnologia 

Una base tecnologica e industriale efficiente (STIB) è un requisito indispensabile per la politica di sicurezza della Svizzera. Una posizione di primo piano in settori selezionati contribuisce a ridurre la dipendenza della Svizzera dall'estero in termini di politica di armamento.