Si tratta di un compromesso ben riuscito: abbassando la soglia d'ingresso, entrambe le Camere hanno deciso di dare in futuro accesso al 2° pilastro a un numero significativamente maggiore di persone. Tutte le persone che finora non erano assicurate, non solo beneficeranno di pensioni migliori, ma saranno anche assicurate contro il decesso o l'invalidità. Anche per le persone già assicurate, la riforma porta dei vantaggi: la riduzione della deduzione di coordinamento porterà a miglioramenti significativi delle pensioni (fino al 340%), soprattutto per le persone con redditi bassi o che lavorano a tempo parziale. Anche le persone con più lavori beneficeranno della nuova deduzione di coordinamento in percentuale.
La riforma rafforza la solidarietà tra generazioni
Il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno concordato ulteriori misure di compensazione adeguate ed eque per le generazioni di transizione. In particolare, si è trattato di attenuare la riduzione del tasso di conversione minimo dal 6,8% al 6,0%. Questo adeguamento è urgentemente necessario per ridurre la ridistribuzione di diversi miliardi di franchi all'anno, che va a scapito della popolazione attiva e delle giovani generazioni. Infine, il Parlamento è riuscito a porre fine alla discriminazione dei lavoratori anziani, uniformando le detrazioni salariali per i dipendenti di età superiore ai 45 anni. Quest’ultimi diventano così più interessanti per il mercato del lavoro.
Una bocciatura equivale a una politica di blocco
La popolazione potrà esprimersi sulla riforma prima che essa entri in vigore. Una bocciatura del progetto da parte dei sindacati equivale a una politica di blocco. L’obiettivo di questo blocco è distruggere il risparmio individuale nel secondo pilastro. Gli oppositori rifiutano il progetto perché vorrebbero ancora più ridistribuzione. Così facendo mettono però a rischio il comprovato sistema dei tre pilastri della nostra previdenza vecchiaia. L’ampia alleanza a favore del progetto LPP si impegnerà nei prossimi mesi per modernizzare il sistema dei tre pilastri nell’interesse dei giovani, delle donne, dei lavoratori a tempo parziale e del ceto medio.