Lo sblocco del secondo contributo svizzero alla coesione nel corso della sessione autunnale delle Camere federali ha rappresentato una decisione importante per dare una nuova dinamica alle relazioni bilaterali con l’UE (comunicato stampa). La Svizzera si è infatti dimostrata un partner affidabile per l’Europa e i suo Stati membri. In occasione del suo viaggio a Bruxelles, il ministro degli Affari esteri Ignazio Cassis è riuscito a portare a termine con successo i negoziati su un “Memorandum of Understanding” relativo alle discussioni.
Nessun argomento «di riserva»
Al contrario, la proposta della Commissione della politica estera del Nazionale (CPE-N) emersa nel corso del dibattito annuale sul budget della Confederazione, con la richiesta di aumentare di 953 milioni di franchi il contributo svizzero di coesione, non va nella giusta direzione. Sostenere un contributo svizzero “di riserva” non comporta alcun valore aggiunto e indebolisce inutilmente la posizione negoziale del Consiglio federale. Il PLR non si è opposto formalmente ad una discussione sul mantenimento di contributi di coesione regolari, ma questa posizione va inserita nel quadro di una discussione su un pacchetto di accordi più importante. Collegando l’aumento del contriboti ad accordi irrilevanti, il rischio è quello di cadere nella stessa spirale negativa da cui siamo appena usciti sbloccando il secondo contributo di coesione e impedendo che fosse collegato ad accordi non significativi.
PLR.I Liberali Radicali. Avanti insieme.