Il governo tedesco ha ordinato controlli temporanei a tutte le sue frontiere per arginare l'immigrazione illegale. E cosa fa la Svizzera? Il Consigliere federale socialista Beat Jans ha promesso una politica di asilo più giusta. Tuttavia, rimane inattivo e in silenzio.
La situazione è già oggi tesa nei Cantoni e nei Comuni. Le nuove misure adottate dai nostri vicini tedeschi non devono in nessun caso aggravare ulteriormente la situazione, permettendo ai richiedenti l’asilo rimpatriati dalla Germania di rimanere in Svizzera. Le esigenze di protezione e sicurezza dei nostri concittadini sono al centro delle preoccupazioni del PLR.
È però importante sottolineare che - a differenza dell'UDC, che vuole far saltare la nostra partecipazione al sistema europeo di asilo e far precipitare la Svizzera nel caos - il PLR si impegna a rispettare gli accordi di Schengen e Dublino. Il sistema europeo di asilo può avere i suoi punti deboli, ma alla fine dei conti la Svizzera ne trae vantaggio.
Tuttavia, il consigliere federale Beat Jans non deve seguire le regole europee più pedissequamente di quanto non faccia la Germania, che dell'Unione Europea è membro. Se il governo tedesco può trattenere e rimandare immediatamente indietro i richiedenti l’asilo già registrati altrove, allora il Consiglio federale deve poter fare lo stesso al nostro confine con l'Italia.
Per il PLR, inoltre, l'urgente e necessaria messa in sicurezza delle frontiere non è sufficiente. Se la Svizzera non vuole diventare una calamita per i migranti illegali, il nostro sistema di asilo non deve diventare ancora più attrattivo. È l'unico modo per mantenere inalterata la storica disponibilità della popolazione svizzera ad aiutare il prossimo.
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