La rottura dei negoziati sull'accordo quadro rappresenta una cesura nella politica europea della Svizzera. Il PLR ha analizzato la nuova situazione e giunge alla conclusione che il rapido sblocco del secondo contributo svizzero (crediti quadro per coesione e migrazione) sia un passo nella giusta direzione per creare una base positiva ad ulteriori colloqui e per dare una nuova dinamica alle relazioni bilaterali con l'UE.
Proattivo e positivo
Le prime conseguenze negative della rottura dei negoziati si sono già avvertite per la Svizzera come piazza economica e polo di ricerca, in particolare con i problemi legati ai programmi "Horizon Europe" e a quelli nel settore della tecnologia medica; altre ripercussioni negative potrebbero essere alle porte. Questa situazione di incertezza è dannosa per la Svizzera e deve essere risolta con urgenza. Con la ripresa dei colloqui con Bruxelles e la proposta di un dialogo strutturato permanente, il Consigliere federale Ignazio Cassis ha posto la prima pietra per una nuova relazione costruttiva con l'UE. Questi sforzi devono ora essere portati avanti sbloccando il contributo della Svizzera. La Svizzera può così dare un segnale verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali con il nostro partner più importante, inviando segnali positivi ed evitando di infilarsi in una spirale negativa.
Il Consiglio federale deve agire
Dopo la rottura dei negoziati sull'accordo quadro, tuttavia, il Consiglio federale ha l'obbligo di presentare al più presto nuovi approcci sostenibili per l'ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali con l'UE. Confermare il contributo svizzero rappresenta un primo passo nella giusta direzione. Ma è solo uno dei tanti. Il PLR invita quindi il Consiglio federale nel suo insieme a presentare al più presto la sua strategia globale e i prossimi passi per dare un futuro sostenibile alle relazioni bilaterali.
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